Dsquared2: Tra Fascino e Controversie, il Lato Oscuro di un Brand Amato
Esplorando il fascino e le polemiche che avvolgono Dsquared2, abbiamo trovato due esempi emblematici che incarnano le sfide e le discussioni sollevate dal brand.
Primo, il caso della collezione autunno-inverno 2015, promossa con l'hashtag #Dsquaw, che ha sollevato un'ondata di critiche. L'uso del termine "Squaw", ritenuto denigratorio nei confronti delle donne indigene, e la rappresentazione dei modelli con indumenti che mimavano design indigeni hanno generato accuse di appropriazione culturale e insensibilità. Nonostante l'intenzione dichiarata di rendere omaggio alle tribù indigene del Canada, la reazione pubblica è stata fortemente negativa, culminata in un'apologia pubblica da parte dei fondatori di Dsquared2, Dean e Dan Caten, dopo un anno di silenzio. NOW Toronto
Un altro momento controverso si è verificato nel 2018 con il lancio delle cosiddette "weed heels", tacchi alti decorati con foglie di marijuana. Questa scelta di design ha suscitato dibattiti acceso su se tale scelta fosse una dichiarazione di moda audace o un disastro, con opinioni divise tra chi apprezzava l'irriverenza del design e chi lo criticava per la promozione di stereotipi legati all'uso di droghe. Anche in questo caso, Dsquared2 ha difeso la scelta come un riferimento giocoso alle radici canadesi dei fondatori, nonostante le critiche ricevute da varie parti. The Cannabis Watcher
Questi episodi riflettono il "lato oscuro" di Dsquared2, mettendo in luce come l'audacia creativa del brand possa talvolta tradursi in scelte controverse. Nonostante ciò, la continua popolarità e il riconoscimento della qualità dei loro prodotti indicano che il brand mantiene un nucleo fedele di ammiratori che valutano la sua capacità di spingere i confini della moda, evidenziando la complessa relazione tra creatività, cultura e sensibilità pubblica.